Terme Vigliatore - Chiesa dei Benedettini
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La Chiesa dei Benedettini di Terme Vigliatore si trova al centro del "Parco dei Benedettini" fatto nascere proprio li dove per secoli si è svolta la ”Fiera di Termini”.
Dovete sapere che la presenza dei monaci benedettini in questa zona sembra attestata sin dal medioevo. 
Infatti, secondo alcune fonti storiche, già intorno all’anno 1000 esisteva una chiesa intitolata a "Sancta Maria in Vineis", che doveva trovarsi nel territorio compreso tra Oliveira e Milazzo ed era sotto giurisdizione di Ambrogio, abate benedettino di Lipari e Patti.
Si sa anche che, intorno al 1174, Margherita di Navarra, moglie del re normanno Guglielmo I, mentre il figlio Guglielmo II stava facendo costruire il Duomo di Monreale, decise di costruire un’abbazia benedettina a Maniace, presso Randazzzo. Ebbene, tra i possedimenti dell'abbazia di Maniace figurano anche le chiese di San Giovanni in Oliverio, non lontano da qui, e quella proprio di Santa Maria in vineis.
Sappiamo anche, grazie a un documento notarile ben datato, che il 9 agosto 1268 la Chiesa di Santa Maria in Termini passa ai monaci Cistercensi, che si impadroniscono anche del terreno nel quale era ubicata. Passa ancora qualche decennio e, nel 1310, la chiesa e i relativi terreni furono trasferiti di nuovo ai Benedettini, questa volta dell’abbazia di Novara.
Innumerevoli furono poi altri passaggi, tutti documentati dalle fonti d'archivio dell'epoca, fino a quando la chiesa, alla fine del 1700 non fu chiamata Chiesa dei Benedettini.

Quella che abbiamo oggi è una chiesetta dalla facciata semplice, raggiungibile da una breve scalinata che le dona un po' di monumentalità, mentre la facciata è sormontata da un timpano triangolare che termina con due brevi volute, e una piccola torretta campanaria sul fianco destro.
Entrando noterete subito che la chiesetta è semplice, a una sola navata, e noterete anche la presenza, nel pavimento, si grosse botole in pietra, coperte da vetri: qui sotto, infatti, si trovano gli ossari della fossa comune. Dovete sapere, infatti, che per secoli la Chiesa fu il cimitero degli abitanti del posto, di cui rimane memoria grazie ai nomi scritti sulle lapidi poste sul muro a destra.
Proseguendo nella navata, prima della sacrestia, dei pilastri in pietra scura sembrano l'unica tracci di una porta più antica, poi chiusa, forse la porta laterale da dove entravano i monaci.
Da lì partiva anche una galleria che portava sino al torrente Patrì: era stata costruita dai monaci e doveva servire per fuggire in caso di pericolo, senza essere visti!
Su entrambi i lati della chiesa, si trovano delle edicole, dove sono poste delle statue in cartapesta opere databili alla fine del 1800 di un artigiano locale, originario di Barcellona Pozzo di Gotto, di nome Matteo Trovato. Sono "sculture povere", in cui la materia prima non è certo il marmo pregiato, ma carta, colla e colori: non per questo sono di minor pregio artistico!
In fondo all'abside, coperta da una cupola, c'è una pala raffigurante San Benedetto e la Madonna con il Bambino; subito accanto, potrete ammirare un'altra "scultura povera", ma anch'essa di un'estrema bellezza, opera di Matteo Trovato: un bellissimo crocifisso in cartapesta.
Infine, vi invitiamo ad ammirare un'altra statua: dietro un vetrata da poco realizzata, proprio sopra la porta della sacrestia, si trova una bella Madonnina del 1200. La statua è stata da poco restaurata: sappiamo che la portarono qui, intorno al 1600, i monaci cistercensi seguiti da una grande folla devota.

Testo e voce narrante di Bronzetti Nunzio Pio

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