Purtroppo le condizioni di degrado in cui versa la zona non danno giustizia alla Torre Alessandrina. Ci troviamo a via degli Olmi, in corrispondenza delle arcate dell'Acquedotto Alessandrino, sopra una collinetta al di sopra del Fosso di Centocelle, attualmente coperto da viale Palmiro Togliatti.
La struttura, alta circa 8 metri, è a pianta quadrata, e presenta sulla parte superficiale dell'edificio un accenno di merlatura. Il paramento è costituito principalmente da blocchetti di tufo e laterizi di reimpiego, tecnica molto documentata e diffusa nel XIII secolo. Sono riscontrabili tre ampie aperture, una per lato, sulle facciate est, ovest e sud. Molte feritoie scandiscono il paramento murario; esse nella parte superiore della struttura sono coperte da laterizi. Nella parte inferiore della torre sono presenti inoltre numerosi blocchetti di calcare intramezzati alla disposizione molto regolare dei tufetti. La torre sorge a circa cinque metri di distanza dall’Acquedotto Alessandrino, con cui è in stretto rapporto fisico e simbolico: durante il Medioevo si stabilì infatti l'usanza di associare agli acquedotti delle torri di guardia, come nel caso di Tor Fiscale, per gestire al meglio il territorio circostante e controllare (se ancora in funzione) il regolare flusso delle acque diretto verso Roma.
La Torre che oggi vediamo coperta di vegetazione è rappresentata nel Catasto Alessandrino all'interno del casale dei Marchesi Astalli, ricchi proprietari degli attuali Quadraro, Torre Spaccata e Cinecittà. La funzione preminente della costruzione era sia quella di fare da centro di gestione territoriale della parte nord della tenuta, tra l'Acquedotto Alessandrino e la Prenestina, che quella di segnacolo simbolico della Campagna romana. Nel 1818 è raffigurata nel Catasto Gregoriano come "rudere" all'interno delle proprietà Torlonia.
Oggi la Torre è quasi nascosta tra i palazzi che sono sorti nel territorio, in seguito alla rapida urbanizzazione dell'area, chiamata "Alessandrina" per la presenza del suo Acquedotto. Le fotografie storiche ci permettono di capire come si doveva presentare la Torre nel suo periodo di funzionamento. Costeggiando poi le arcate dell'Acquedotto scendiamo verso la piana attraversata un tempo dal torrente, per dirigerci verso la Torre di Centocelle.