Villa Igiea è uno degli esempi dello stile liberty palermitano: quella che fu un lussuoso Grand Hotel, immortalato nei cinegiornali dell'epoca, è oggi un albergo 5 stelle superiore.
Collocata sopra il Porto nella borgata dell'Acquasanta, protetta alle spalle da Monte Pellegrino, la villa ha di fronte a sé solo un'immensa distesa di mare.
Il suo giardino esotico, così come tutta la struttura, i suoi arredamenti, gli affreschi in stile floreale, in tutte le 134 camere e suite del moderno albergo ci riportano al gusto della fine del 1800 inizi del 1900.
Fu commissionato dall'ammiraglio inglese Cecil Downville in stile neogotico, ma venne acquistato da Ignazio Florio, che a poca distanza aveva la sua Tonnara. Fu proprio Ignazio a dare un nome a questa villa: la chiamò "Igiea" come la figlia e come la dea greca della salute.
Agli inizi del 1900 Florio decise di ristrutturarla in uno stile meno severo: si affidò allora all'architetto Ernesto Basile, mentre le decorazioni furono eseguite da Ettore De Maria Bergler e tutti i mobili dell'edificio vennero fabbricati dal mobilificio di lusso di Vittorio Ducrot in stile floreale.
Una squadra già ben consolidata, che aveva dato alcune fra le migliori prove nell'aula della Camera di Montecitorio a Roma e che qui, a Villa Igiea, seppe replicare.
Fu sempre Florio a comprendere le potenzialità alberghiere di questa villa, trasformandola in un hotel di lusso per la Belle Époque.
Con il declino della famiglia Florio, anche Villa Igiea visse momenti di oblio: prima fu utilizzata come ospedale e poi fu comprata dal Banco di Sicilia.
Prima albergo di lusso con la catena Hilton, dal 2011 la villa è tornata ad essere Grand Hotel Villa Igiea.