Vita - Festa di Tagliavia
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Festa della Madonna di Tagliavia

Da più di un secolo, la nostra comunità Vitese celebra ogni anno la festa in onore di Maria SS. di Tagliavia. I preparativi iniziano già nelle prime settimane di Maggio con i laboratori per la realizzazione del pane tipico della festa, "i Cucciddati“ e per impacchettare pane, vino, olive, arachidi e caramelle, in vista della loro distribuzione il giorno della festa.
Punto cardine della celebrazione è, la cosidetta "cavalcata", ovvero la sfilata per le vie del paese, di carri, carretti Siciliani e cavalcature.

Volete conoscere la storia di questa festa?
Si narra che nel 1895, un benestante signore di Vita, un certo Giuseppe Perricone – Monaco soffrì di una paralisi al braccio; una notte gli apparve la Madonna di Tagliavia in sogno, invitandolo ad alzarsi e andare con lui verso il suo appezzamento di terreno alle porte del paese. La Madonna gli fornì le misure per costruire una cappelletta in suo onore. Proprio nel momento in cui, in sogno, l'uomo stava estraendo il taccuino dalla giacca, mosse il braccio, si svegliò e miracolosamente il braccio era guarito. Per grazia ricevuta si fece la prima festa e così nacque la tradizione della festa dedicata alla Madonna di Tagliavia, gestita proprio dalla famiglia Perricone.
Questa festa si arricchì col tempo, prendendo le attuali caratteristiche.

Quando si svolge la festa? Nel pomeriggio del giorno dell’Ascensione cominciano a sfilare i tamburinara (suonatori di tamburi), seguiti da tre cavalieri e dietro di loro i vari gruppi strutturati in "ceti".

Il primo è il ceto dei Pecorai, con due accompagnatori e un cavaliere che è il portatore del "prisenti" ovvero del dono: è un simbolo costituito da una pecora in carta pesta che porta sul dorso 9 monetine dorate, la cosiddetta "maregna".

Il secondo ceto è quello dei Cavallari, introdotto dallo stendardo e seguito da due accompagnatori e un cavaliere centrale che porta “u cavadduzzu”, un cavallo di legno interamente dorato con 13 monetine attaccate sulle sue spalle e 1 sistemata sulla bocca. A seguire, altri cavalieri sui loro cavalli recano “coffi” piene di arachidi e caramelle, che distribuiscono alla folla. Chiude il gruppo un carretto sul quale sono poste le riserve destinate a rifornire i cavalieri.

Il terzo ceto, i Viticoltori, è introdotto da uno stendardo e seguito da tre cavalieri. Il cavaliere centrale reca come simbolo un torchio di legno che contiene un fiasco di vino, mentre i due accompagnatori tengono in mano la torcia e un bastone di legno in cui sono stati infilati due cucciddati. Il gruppo è seguito dal Carro del Vino e olive, trainato da un trattore e adornato di fiori e mortella. Nella parte bassa è abbellito da pannelli dipinti raffiguranti l'uva, le olive, la Sicilia e la lettera “M”, iniziale di Maria. Sul carro stanno dodici persone che, durante la sfilata, lanciano piccole bottigliette di vino locale e buste con olive.

Il quarto ceto, i Burgisi è introdotto da uno stendardo e seguito da un cavaliere centrale, che reca una mula di legno nero con 25 monetine dorate sul dorso e una in bocca, detto "mulicedda" e i due accompagnatori che tengono in mano la torcia, con i "cuccidati". A seguire, altri due cavalieri sopra il mulo, recanti u “circu“, un emisfero di legno, sostenuto da un lungo bastone, rivestito di mortella e ricoperto da cucciddati disposti a file. In cima emergono delle spighe di grano. I Burgisi dispongono di un carro che viene rivestito di mirto e fiori, dal quale vengono lanciati arachidi e caramelle. 

Il quinto ceto è la Deputazione, ovvero il Comitato Maria SS. Di Tagliavia che per diversi anni ha organizzato i festeggiamenti in onore della Madonna. Simbolo del ceto è la "mulicedda", una mula di legno nero che reca 26 monetine d'oro sul dorso e 1 in bocca.

L'ultimo ceto è quello dei Massari. Sfila con tre cavalieri su cavalli adornati con rose di nastro rosso legate alla criniere. Nelle redini sono infilati i due cucciddati. Chiude la sfilata la Carrozza, al cui interno sono disposti numerosi “cucciddati”: piccoli pani di forma circolare, intagliati a zig-zag lungo l'orlo superiore, così da ricordare il solco prodotto dall'aratro. La Carrozza viene trainata da buoi, tappezzata di rami di alloro e mortella. Una volta rivestita vengono attaccati circa 1300 “cucciddati” ornati al centro con garofani rossi. Troneggia un caratteristico pane intagliato, a forma di "M", sormontata da un arco fitto di 12 fiori che simboleggiano le 12 stelle dello Stellario della Vergine Maria. 

La festa si conclude con la processione religiosa, cui partecipano tutti i componenti dei ceti, e i fedeli disposti su due file con la candela.

Non perdetevi nessun particolare della festa, mi raccomando! Restate aggiornati nella nostra pagina Facebook Pro Loco Vitese

 

Testo e voce narrante di Marianna Riggio

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